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Infezioni ospedaliere: quando la struttura è responsabile secondo la Cassazione

  • studiolegalecarnev
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min
Infezioni ospedaliere
Infezioni ospedaliere: quando la struttura è responsabile secondo la Cassazione

Entrare in ospedale per curarsi e uscirne con una nuova malattia è una delle esperienze più dolorose e ingiuste che un paziente possa vivere. Le cosiddette infezioni nosocomiali — ovvero quelle contratte durante il ricovero o a seguito di trattamenti sanitari — non sono sempre una fatalità. Quando derivano da negligenza, disorganizzazione o mancato rispetto dei protocolli igienici, si configurano come malasanità. E in questi casi, il paziente ha pieno diritto a chiedere giustizia.


Lo Studio Legale Carnevali & Grimaldi, con sede a Roma e operatività in tutto il Lazio, è al fianco di chi ha subito danni da infezioni ospedaliere. In questo articolo ti spieghiamo cosa sono, quando costituiscono responsabilità medica e come ottenere il giusto risarcimento.


Cos’è un’infezione nosocomiale?

Secondo le linee guida europee e italiane, si parla di infezione nosocomiale quando questa si manifesta almeno 48–72 ore dopo il ricovero, oppure dopo la dimissione, ma è chiaramente riconducibile al periodo trascorso nella struttura sanitaria.

Queste infezioni sono spesso causate da batteri resistenti agli antibiotici e possono avere conseguenze gravi: peggioramento della salute, prolungamento della degenza, interventi aggiuntivi e, nei casi più estremi, esiti letali.


Le infezioni ospedaliere più comuni e le cause legate alla negligenza

Non tutte le infezioni sono uguali, e non tutte sono inevitabili. Ecco le più frequenti:

  • Infezioni del sito chirurgico: spesso causate da strumenti non sterilizzati, medicazioni scorrette o preparazioni inadeguate.

  • Sepsi e infezioni del sangue: legate a cateteri mal gestiti o procedure invasive non eseguite secondo protocollo.

  • Polmoniti ospedaliere: frequenti in terapia intensiva, causate da ventilatori non igienizzati correttamente.

  • Infezioni urinarie: dovute a cattiva gestione dei cateteri vescicali.

In tutti questi casi, se si dimostra che l’infezione poteva essere evitata, si apre la strada alla responsabilità medica.


Cosa dice la Cassazione: sentenza n. 6386/2023

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6386/2023, ha ribadito un principio fondamentale: la struttura sanitaria è responsabile se non dimostra di aver adottato tutte le misure preventive necessarie.

Nel caso esaminato, il decesso di una paziente per sepsi post-operatoria ha portato alla condanna dell’ospedale, con riconoscimento del danno parentale ai familiari.

La Corte ha chiarito che:

  • Il paziente non deve provare l’origine esatta dell’infezione

  • È sufficiente dimostrare che l’infezione è insorta durante il ricovero

  • Spetta alla struttura provare di aver rispettato i protocolli igienico-sanitari


Questo orientamento rafforza la tutela dei pazienti e dei loro congiunti, che spesso si trovano a fronteggiare situazioni drammatiche senza sapere di avere strumenti legali a disposizione.


La responsabilità della struttura sanitaria

La legge italiana, in particolare con la Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), stabilisce che l’ospedale ha un obbligo di sicurezza verso il paziente. Deve garantire:

  • Igiene e sanificazione degli ambienti e degli strumenti

  • Applicazione rigorosa dei protocolli sanitari

  • Formazione continua del personale

  • Sorveglianza attiva contro i focolai infettivi

Se queste misure non vengono rispettate, e il paziente subisce un danno, la struttura è tenuta a risarcire.


L’onere della prova: un vantaggio per il paziente

In caso di infezione ospedaliera, non è il paziente a dover dimostrare l’errore. Grazie al principio dell’inversione dell’onere della prova, è l’ospedale che deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare l’infezione. Se non riesce a farlo, la sua responsabilità si presume.

Questo principio è una tutela fondamentale per chi ha subito un danno e vuole far valere i propri diritti.


Come ottenere giustizia: l’iter legale in 4 passi

Se sospetti di aver contratto un’infezione per negligenza, ecco cosa fare:

  1. Raccogli la documentazione. Richiedi la cartella clinica completa e conserva referti, prescrizioni e ricevute.

  2. Affidati a una consulenza medico-legale. Un medico legale e uno specialista in malattie infettive analizzeranno il caso per stabilire il nesso tra infezione e responsabilità.

  3. Presenta la richiesta di risarcimento. Con la perizia, il tuo avvocato invierà una costituzione in mora all’ospedale e alla compagnia assicurativa.

  4. Procedi con la mediazione o l’azione legale. Se non si raggiunge un accordo, si può agire in Tribunale per ottenere il risarcimento completo.


Lo Studio Legale Carnevali & Grimaldi è al tuo fianco

Abbiamo seguito numerosi casi di infezioni ospedaliere e malasanità in tutta la regione Lazio. Il nostro approccio è multidisciplinare: lavoriamo con medici legali, specialisti e consulenti tecnici per costruire una difesa solida e ottenere il massimo risarcimento.

Se hai subito un danno, non aspettare.

Contattaci per una valutazione gratuita del tuo caso.


 
 
 

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