Risarcimento per morte o lesioni in ospedale: la svolta della Cassazione n. 26727/2018
- studiolegalecarnev
- 26 giu
- Tempo di lettura: 3 min

Un punto fermo della giurisprudenza
Nel panorama dei casi di responsabilità medica, una delle sentenze più rilevanti è la Cassazione civile, Sez. III, Sent. n. 26727 del 23 ottobre 2018.
Con questa pronuncia, la Suprema Corte ha segnato un punto di svolta nell’ambito dei risarcimenti per morte o gravi lesioni causate da errore sanitario:
ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno biologico terminale anche per periodi di sopravvivenza brevi;
ha valorizzato il danno morale da agonia lucida, anche se la vittima è deceduta a distanza di poche ore dall’evento lesivo;
ha confermato la risarcibilità della perdita di chance di sopravvivenza, separandola dal danno tanatologico.
Questa sentenza rappresenta oggi un riferimento fondamentale per le richieste di risarcimento nei casi più gravi di malasanità.
Quali danni sono risarcibili?
In linea con la Cassazione 26727/2018, chi ha subito — o ha perso un familiare a causa di — un errore in ambito ospedaliero, può richiedere:
Danno biologico terminale: se il paziente è sopravvissuto per un tempo apprezzabile dopo l’evento, anche se breve.
Danno morale terminale: quando la vittima ha vissuto con lucidità il dolore o la consapevolezza della fine.
Perdita di chance di sopravvivenza: nei casi in cui un intervento tempestivo avrebbe aumentato le probabilità di vita.
Danni patrimoniali: spese mediche, funerarie, perdita del reddito della persona deceduta.
Danno esistenziale per i congiunti: legato alla rottura improvvisa del nucleo familiare.
La Cassazione ha chiarito che il danno tanatologico (legato al fatto stesso della morte) non è risarcibile in quanto “la morte non è un danno trasmissibile”, ma restano risarcibili le componenti sofferte in vita o dai familiari superstiti.
Cassazione n. 26727/2018: cosa ha stabilito
Riassumendo i principi chiave:
Non serve una lunga sopravvivenza per ottenere il risarcimento del danno biologico terminale: basta un periodo minimo di coscienza e percezione.
La consapevolezza della fine costituisce danno morale autonomo.
La perdita di chance va valutata in base alle statistiche cliniche e agli scenari alternativi che un corretto trattamento avrebbe potuto determinare.
I danni vanno riconosciuti anche se la morte era comunque probabile, purché sia dimostrato un aggravamento delle probabilità.
Come si calcola il risarcimento?
La valutazione viene effettuata caso per caso, tenendo conto di:
Voce di danno | Modalità di calcolo |
Danno biologico terminale | Tabelle medico-legali o criteri equitativi |
Danno morale terminale | Valutazione personalizzata sulla base della sofferenza |
Perdita di chance | Statistiche cliniche e valutazioni peritali |
Danni patrimoniali | Documentazione di spese e mancati redditi |
Danno esistenziale per i familiari | Parametri soggettivi e relazionali |
È essenziale avere un supporto medico-legale qualificato per dimostrare nesso causale, durata della sopravvivenza e consapevolezza della vittima.
Cosa fare se sospetti un errore medico
Richiedi la cartella clinica completa e ogni referto disponibile.
Rivolgiti a un medico-legale di parte per valutare il caso.
Affidati a un avvocato esperto per impostare correttamente la richiesta di risarcimento.
Attiva la mediazione obbligatoria, e se necessario, agisci in giudizio.
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