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Responsabilità Medica e Cartella Clinica Incompleta: Le Novità della Cassazione 11224/2024

  • studiolegalecarnev
  • 3 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Responsabilità medica
Responsabilità Medica e Cartella Clinica Incompleta: Le Novità della Cassazione 11224/2024

Lo Studio Legale Carnevali & Grimaldi, esperto in diritto sanitario e responsabilità medica, approfondisce una recente e importante pronuncia della Corte di Cassazione che riguarda un aspetto centrale nei giudizi per malasanità: la mancanza o l’incompletezza della cartella clinica.


Il Contesto della Sentenza n. 11224/2024 e la responsabilità medica

Con la sentenza n. 11224 del 2024, la Corte di Cassazione ha chiarito che, in caso di contenzioso per responsabilità sanitaria, l’incompletezza della cartella clinica può costituire un elemento indiziario a favore del paziente, influenzando direttamente la valutazione del nesso causale tra la condotta medica e il danno subito.

In altri termini, se una struttura sanitaria non è in grado di fornire una documentazione clinica chiara e completa, il giudice può presumere che la condotta medica sia stata negligente, aggravando la posizione del medico o dell’ente ospedaliero coinvolto.


Le cartelle cliniche. Cosa ha stabilito la Corte

La Corte ha ribadito alcuni principi fondamentali:

  • La cartella clinica rappresenta un documento medico-legale fondamentale, non solo per la continuità assistenziale, ma anche ai fini probatori in sede giudiziaria.

  • In caso di lacune, omissioni o irregolarità nella compilazione della cartella clinica, il giudice può trarre argomenti di prova contro il medico, in base all’art. 116, comma 2, c.p.c., che consente di desumere presunzioni da comportamenti processuali.

  • Non è il paziente a dover dimostrare l’esatto contenuto mancante della documentazione, bensì è l’onere del sanitario dimostrare di aver agito secondo le buone pratiche cliniche.


L’Impatto della Sentenza sul Nesso Causale

Nel processo per responsabilità medica, il nesso causale è spesso il nodo più difficile da sciogliere. La mancanza di informazioni nella cartella clinica, come l’omessa annotazione di sintomi, cure somministrate, esami eseguiti o decisioni terapeutiche, può compromettere la possibilità di accertare con precisione cosa sia realmente accaduto.

In tali casi, la giurisprudenza consente al giudice di “colmare” le lacune probatorie con presunzioni, valutando la condotta del medico anche in base alla mancanza di trasparenza documentale.


Implicazioni per i pazienti e i professionisti sanitari

Per i pazienti:

  • La sentenza rafforza la tutela in giudizio: se la cartella è incompleta, non si è automaticamente sfavoriti.

  • In caso di sospetto errore medico, è essenziale richiedere subito copia integrale della cartella clinica e rivolgersi a un avvocato esperto in responsabilità sanitaria.

Per le strutture sanitarie:

  • La corretta compilazione della documentazione medica non è solo un obbligo deontologico, ma anche una protezione legale per il medico.

  • La mancanza di annotazioni può essere interpretata come una presunzione di colpa, anche in assenza di prova diretta dell’errore.


Conclusioni

La sentenza n. 11224/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio ormai consolidato: la qualità della documentazione clinica può fare la differenza nei giudizi per malasanità. Per i pazienti danneggiati, rappresenta un valido strumento per far valere i propri diritti.

Lo Studio Legale Carnevali & Grimaldi è a disposizione per offrire assistenza legale in caso di cartelle cliniche incomplete, errori sanitari o risarcimenti legati a responsabilità medica.


 
 
 

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