L’utilizzo delle chat WhatsApp come prova nel diritto del lavoro: cosa dice la legge
- studiolegalecarnev
- 23 set 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 4 giorni fa

Negli ultimi anni, le chat di WhatsApp e altre app di messaggistica istantanea sono diventate strumenti di comunicazione centrali non solo nella vita privata, ma anche nei rapporti professionali. Questo cambiamento ha avuto un impatto diretto anche sul diritto del lavoro, dove i messaggi scambiati via chat possono assumere un valore probatorio rilevante in sede giudiziale.
Chat WhatsApp e diritto del lavoro: in quali casi sono rilevanti?
Nel contesto delle controversie lavorative, le conversazioni WhatsApp possono costituire elementi decisivi per accertare determinati comportamenti o condizioni di lavoro. In particolare, trovano applicazione in casi come:
Molestie, mobbing o discriminazioni sul lavoro: le chat possono contenere prove di atteggiamenti vessatori, discriminatori o inappropriati da parte di colleghi o superiori.
Licenziamenti illegittimi: i messaggi possono rivelare le vere motivazioni dietro un licenziamento, smentendo eventuali giustificazioni ufficiali e documentando eventuali ritorsioni.
Accordi informali o condizioni di lavoro non contrattualizzate: comunicazioni via chat possono confermare (o smentire) patti verbali, modifiche a orari di lavoro, mansioni, retribuzioni o premi.
Quando una chat WhatsApp è valida come prova in giudizio?
Affinché le conversazioni WhatsApp siano considerate prove valide in un processo di diritto del lavoro, devono rispettare determinati requisiti di legge:
1. Autenticità
È necessario dimostrare che i messaggi non sono stati alterati e che provengono effettivamente dalle parti coinvolte. L’identificazione del mittente e del destinatario è un elemento essenziale per garantire la validità della prova.
2. Integrità
La chat deve essere presentata nella sua interezza. Non è ammesso l’uso selettivo di singoli messaggi estrapolati dal contesto, al fine di evitare una rappresentazione distorta della conversazione.
3. Rilevanza
Come per qualsiasi altra prova, anche le chat devono essere pertinenti rispetto alla controversia in atto. Devono contribuire in modo concreto a chiarire i fatti oggetto del giudizio.
Giurisprudenza italiana sulle chat come prova
La giurisprudenza del lavoro in Italia ha già affrontato casi in cui le conversazioni WhatsApp sono state ammesse come prova. Un esempio significativo è rappresentato dalla sentenza del Tribunale di Catania del 2018, in cui è stata riconosciuta la validità probatoria di una chat tra datore di lavoro e dipendente. In quella circostanza, i messaggi dimostravano l’esistenza di un orario di lavoro non ufficialmente registrato, elemento decisivo per l’accoglimento delle ragioni del lavoratore.
Questo caso ha contribuito a consolidare l’orientamento secondo cui le comunicazioni digitali, se correttamente acquisite e pertinenti, possono costituire prove ammissibili e decisive nelle controversie lavorative.
Conclusioni sull'uso delle chat WhatsApp nel diritto del lavo
L’uso delle chat WhatsApp nel diritto del lavoro rappresenta un’evoluzione naturale delle modalità di comunicazione moderna. Tuttavia, per essere considerate prove valide, devono rispettare rigorosi criteri di autenticità, integrità e rilevanza.
Per chi si trova coinvolto in una controversia lavorativa, è essenziale sapere che anche un semplice messaggio può fare la differenza, ma è altrettanto importante affidarsi a un avvocato esperto in diritto del lavoro per una corretta gestione della prova.
Studio Legale Carnevali e Grimaldi Consulenza e assistenza legale nelle controversie lavorative. Contattaci per una valutazione riservata del tuo caso.
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