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L’utilizzo delle chat WhatsApp nei processi di diritto del lavoro come elemento probatorio




Negli ultimi anni, le chat di WhatsApp e altre applicazioni di messaggistica istantanea sono diventate strumenti di comunicazione centrali sia nella sfera personale che professionale. Ma come vengono effettivamente utilizzate le chat WhatsApp nei processi di diritto del lavoro, e quali sono i criteri per considerarle valide come elemento probatorio?

Il valore delle chat WhatsApp come prova

Nel diritto del lavoro, le conversazioni digitali possono riguardare questioni cruciali come:

  1. Molestie o discriminazioni sul lavoro: Le chat possono essere utilizzate per dimostrare comportamenti inappropriati, mobbing o discriminazioni da parte di colleghi o superiori.

  2. Licenziamenti illegittimi: Le conversazioni possono rivelare le vere motivazioni dietro un licenziamento o atti punitivi non giustificati.

  3. Accordi informali: Accordi o intese contrattuali, come condizioni di lavoro e salario, possono emergere attraverso la comunicazione via WhatsApp, confermando o smentendo termini non formalizzati.

Requisiti per la validità della prova

Affinché una chat WhatsApp possa essere ammessa come prova in un processo, deve soddisfare alcuni criteri fondamentali:

  1. Autenticità: Si deve dimostrare che la chat è autentica, cioè che i messaggi non sono stati alterati. È necessario provare che i contenuti provengono dalle parti coinvolte. L'identificazione del mittente e del destinatario, così come la verificabilità della provenienza dei messaggi, sono elementi cruciali.

  2. Integrità: La conversazione deve essere presentata nella sua interezza e non selettivamente. Le parti non possono estrapolare solo ciò che le favorisce, ma devono fornire la chat completa per evitare distorsioni.

  3. Rilevanza: Come per qualsiasi prova, le chat devono essere rilevanti per la controversia in esame, contribuendo in modo significativo a chiarire i fatti o a dimostrare comportamenti specifici.

Precedenti giurisprudenziali

La giurisprudenza italiana ha riconosciuto la validità delle chat come prova nei processi di diritto del lavoro in diverse occasioni.

Ad esempio, il Tribunale di Catania, in una sentenza del 2018, ha ammesso come prova una conversazione WhatsApp tra un datore di lavoro e un dipendente. In tale caso, i messaggi contenevano informazioni cruciali sull’orario di lavoro non ufficialmente registrato. Questo precedente ha aperto la strada all'uso più frequente delle comunicazioni digitali nelle controversie lavorative, rendendole un elemento probatorio valido, a condizione che soddisfino i criteri di autenticità, integrità e rilevanza.

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