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Intervento chirurgico non riuscito: quando scatta la responsabilità medica? Un’analisi alla luce della Cassazione n. 25825/2024

  • studiolegalecarnev
  • 30 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Cassazione n. 25825/2024 
Intervento chirurgico non riuscito: quando scatta la responsabilità medica? Un’analisi alla luce della Cassazione n. 25825/2024 

Nel panorama della responsabilità medica, il tema degli interventi chirurgici con esito negativo è tra i più delicati e dibattuti. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione – sentenza n. 25825/2024 – torna a fare chiarezza su un punto fondamentale: quali sono i confini della responsabilità del medico chirurgo e della struttura sanitaria?


La decisione 

Nel caso esaminato dalla Suprema Corte, un paziente aveva subito complicazioni gravi a seguito di un intervento considerato di routine. La Corte ha ribadito un principio cardine: non è sufficiente dimostrare di aver eseguito correttamente l’atto tecnico. Il professionista sanitario è responsabile anche per l’omessa valutazione dei rischi specifici e per la carente informazione al paziente, specie se le complicazioni erano prevenibili con maggiore diligenza.


Tre punti chiave della sentenza 

  1. Diligenza professionale: il medico ha il dovere di adottare tutte le cautele necessarie, anche se l’intervento è comunemente praticato. 

  2. Obbligo informativo: il paziente deve essere messo in condizione di scegliere consapevolmente, con informazioni chiare su rischi, benefici e alternative. 

  3. Prova del danno: in caso di esito negativo, spetta al paziente dimostrare il nesso tra l’errore medico e il danno subito, ma l’onere della prova può alleggerirsi se mancano informazioni o documentazione clinica adeguata. 


Riflessioni sul concetto di Responsabilità medica

Questa pronuncia rafforza l’idea che la responsabilità medica non si esaurisce nell’atto chirurgico, ma coinvolge l’intero percorso clinico, relazionale e documentale. La corretta gestione del consenso informato e il monitoraggio post-operatorio non sono più aspetti secondari, ma elementi centrali nella valutazione della condotta medica.


Conclusioni 

La sentenza della Corte di Cassazione n. 25825/2024 rappresenta un punto fermo nella definizione della responsabilità medica in ambito chirurgico, ribadendo l’importanza del consenso informato, della corretta gestione clinica e del monitoraggio post-operatorio. I pazienti hanno diritto a un’assistenza trasparente, diligente e completa, e i professionisti devono adottare ogni precauzione possibile per prevenire danni evitabili. 

In un settore complesso come quello della sanità, conoscere i propri diritti – sia dal lato del paziente che da quello del professionista – è fondamentale per tutelarsi legalmente.


 
 
 

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